Le criptomonete si sono affermate negli ultimi anni come valida alternativa alle valute fiat, il problema sta nel capire come riconoscere una criptovaluta legale e come stare alla larga da monete digitali che si rivelerebbero un investimento sbagliato.
Ad oggi non si è ancora riusciti ad organizzare il settore delle criptovalute in maniera sistematica dal punto di vista della definizione giuridica. Ciò non stupisce molto se si fa riferimento al motivo che ha portato alla nascita dei bitcoin, prima criptomoneta in assoluto: stiamo parlando dell’insofferenza nei confronti del controllo dello stato sull’economia e sulla sfera pubblica.
Per quanto le altcoin possano vantare l’assenza di controllo da parte di organi centrali, il loro valore non resta indifferente alle dinamiche del mercato. Questo perché le criptomonete non si limitano ad essere monete digitali usate da una cerchia ristretta di appassionati del settore, ma sono diventate una vera e propria valuta.
In quanto valuta accettata dal mercato, le altcoin possono essere utilizzate per acquistare beni e servizi, al pari delle principali valute fiat. L’accrescersi della popolarità di questo strumento, ha reso necessario l’intervento della Banca d’Italia, la quale nel 2015 ha reso nota la sua definizione di criptomoneta (maggiori informazioni su DT Coin)
Per capire come riconoscere una criptovaluta legale è utile fare riferimento a quanto affermato dalla Banca d’Italia. Le valute digitali, stando a quanto si legge nella definizione, sono considerate rappresentazioni digitali di valore, che possono essere gestite elettronicamente e che possono essere sfruttate per fare compravendita o per investire.
A completamento di questa definizione, la stessa Banca d’Italia ha voluto sottolineare altri aspetti delle altcoin, focalizzandosi in particolare sui potenziali rischi dell’utilizzo. Riassumendo quanto si legge, le altcoin non sono emesse da un ente centrale e per questo motivo non sono garantite da una banca centrale.
Allo stato attuale, in Italia le criptovalute non hanno corso legale. Questo non significa che non possano essere utilizzate, infatti anche nel nostro Paese sono attivi i servizi di compravendita di monete digitali, ma significa che non possono essere comparate all’Euro o alle altre valute fiat.
Non avendo corso legale, i commercianti (es i commercianti che utilizzano DT Coin) non sono obbligati ad accettare il pagamento con queste valute, che potranno essere utilizzate dunque solo se sia venditore che compratore le accettano come valide. Va aggiunto inoltre che nessun ente centrale è tenuto a rispondere in caso di problemi con le transazioni effettuate con i bitcoin o con le altre criptomonete.
La domanda che ci si è posti è però come riconoscere una criptovaluta legale. Mancando per il momento una normativa specifica, possiamo affermare che tutte le monete digitali possono essere utilizzate, a patto che vengano sfruttate per attività legali. L’acquisto di beni o di servizi illegali e l’esecuzione di attività illecite con le criptovalute determinerebbe il configurarsi di reati al pari di quanto accadrebbe con le valute fiat.
L’universo delle monete virtuali è in continua espansione, sarà necessario dunque creare un apparato legislativo adeguato per poter inquadrare giuridicamente queste monete elettroniche, per poter stabilire in modo preciso diritti e doveri di chi le possiede e per poter mettere a norma le transazioni eseguite con queste valute.